Il Senegal è stato uno dei primi Paesi in cui abbiamo ha cominciato a lavorare: fin dal 1985, infatti, abbiamo avviato i primi progetti legati principalmente all’agricoltura e a sostegno e formazione di contadini e piccoli produttori, per poi estendersi a molti altri aspetti. Oggi i nostri progetti includono migrazione, salute riproduttiva e diritti delle donne e la formazione di queste ultime in attività che migliorino il loro reddito e la loro qualità di vita, la prevenzione e la cura dell’HIV/AIDS, il sostegno alle attività della pesca e della trasformazione del pesce, fino alla commercializzazione dei prodotti locali.

Nonostante un discreto sviluppo del settore turistico, l’economia di questo Paese, oggi al 155° posto (su 187) nell’indice di sviluppo umano, è legata principalmente alla pesca e all’agricoltura. Attività quest’ultima messa a repentaglio dalla deforestazione, dallo sfruttamento intensivo dei terreni, dalla cattiva gestione delle risorse idrica e dalla riduzione delle zone coltivabili a causa della vendita di grandi appezzamenti a multinazionali straniere, il land grabbing. Fenomeno, questo, in crescita in tutta l’Africa.

Fino ad adesso, molte delle nostre azioni in Senegal, Paese con una delle democrazie più stabili del continente africano, si sono concentrate nella zona della Casamance: qui, fin dal 1983 è in atto una guerra a “bassa intensità” per l’indipendenza della regione che vede opposti i “ribelli” del movimento indipendentista della Casamance (MFDC) e il governo centrale della Repubblica del Senegal. Il conflitto è tuttora in atto e ha contribuito a generare insicurezza alimentare, sfollamento delle popolazioni, e a peggiorare le condizioni di un territorio già molto povero.

Nell’ultimo periodo lavoriamo in Senegal con un progetto legato all’agroecologia e all’avvio e allo sviluppo di imprese giovanili che migliorino la coesione sociale e che arginino la disoccupazione, le migrazioni economiche e l’impiego dei giovani come manovalanza nei conflitti in corso o nelle frange estremiste che stanno avanzando anche in Senegal. Il progetto che si intitola “Terre et paix” sostiene i tanti giovani del Paese per valorizzare le risorse locali e creare occasioni di reddito. Il progetto si estende con caratteristiche simili anche in Niger e Mali. Questo permette anche formazioni e scambi di differenti esperienze e buone pratiche tra questi diversi contesti.

Molta attenzione viene data anche all’ambito delle migrazioni e dei diritti di cittadinanza con i progetti “C Genial” (Citoyens de Guédiawaye Ensemble pour des Initiatives et Actions Locales) DEFI ed “economie migranti” e alle donne con “L’altra metà del mare”: tutti progetti che promuovono uno sviluppo socio-economico equo ed inclusivo dei giovani, donne e uomini, nelle aree in Senegal da cui partono i migranti,  con un focus particolare sui diritti delle donne.

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