Siamo attivi in El Salvador dal 1985 e abbiamo attualmente un progetto nella regione occidentale di Jiquilisco, o Bajo Lempa. I beneficiari diretti del nostro operato sono 60 famiglie, circa 350 persone, che abitano in 29 comunità  del municipio di Jiquilisco e, indirettamente, tutta la popolazione delle 29 comunità, circa 5000 persone.

COSPE è presente in El Salvador come in tutta l’area del Centro America dal 1985 con numerosi progetti mirati a favorire sovranità alimentare e l’accesso all’acqua e la gestione pubblica della risorsa idrica. Su questo fronte, negli anni, due sono stati gli interventi in favore dell’accesso all’acqua per uso umano e agricolo delle popolazioni rurali e per il rafforzamento delle esperienze di gestione sociale delle risorse naturali e dei sistemi idrici: “Aguas sin fronteras”, un programma che si svolgeva nell’area di confine tra El Salvador e Honduras cofinanziato dall’ “ATO – Laguna di Venezia” per la gestione sociale delle risorse idriche e grazie al quale è stato istituito un “Osservatorio sull’acqua” per lo studio e lo scambio di pratiche; e “Acqua bene comune, gestione sociale della risorsa idrica delle comunità in El Salvador e Guatemala”. Grazie a questi programmi transnazionali e scambi internazionali si sono rafforzate enormemente le “Giunte dell’acqua”, sistemi comunitari di gestione della risorsa idrica che rappresentano una buona pratica per tutta la regione centroamericana. Sono stati inoltre creati 2 acquedotti in Honduras, 40 fontanelle per la distribuzione dell’acqua in 4 comunità salvadoregne e un acquedotto nell’area rurale di Suchitoto. Nel marzo del 2011, grazie a molti dei partner COSPE e al “Foro del agua del Salvador”, a El Salvador si è svolto il primo Forum centroamericano dell’acqua.

El Salvador è un Paese piccolo con 5 milioni di abitanti che vivono prevalentemente in zone rurali. La posizione geografica rende il Paese vittima di grandi catastrofi naturali (terremoti, inondazioni, uragani, siccità ed eruzioni vulcaniche) a cui si aggiungono i danni provocati sul tessuto sociale dalla lunga guerra civile che ha dilaniato il Paese per tutti gli anni ’80 e che ha visto la fine con gli accordi di pace solo nel 1992. Il Paese, caratterizzato da alto tasso di emigrazione e conseguente economia basata sulle rimesse dall’estero, soffre, come molti altri dell’area, di una grande diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza e, con il 54 % della popolazione con scolarizzazione nulla, è al 103esimo posto dell’indice di sviluppo umano. Il 43% della popolazione attiva è sottoccupata, il 7% disoccupata e il 31% lavora senza alcuna previdenza sociale. In tale contesto le maggiori difficoltà ricadono principalmente sugli abitanti delle zone rurali (54%), le donne e i giovani, nonostante l’attivazione di alcuni programmi statali di redistribuzione della terra (PTT) e di sviluppo locale (PROSDEL) con focus sulle donne. Proprio nelle zone rurali, dove l’attività principale è l’agricoltura, le possibilità di impiego, e quindi anche di sopravvivenza, sono molto basse a causa di una cattiva gestione dei terreni e delle risorse agricole e idriche. Qui il 15% della popolazione infantile è malnutrita.

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