Vedere il cielo dal decimo piano

Teresina, nella regione del Nordeste, famosa per essere la città più calda del Paese, è il posto dove ho trascorso la maggior parte della mia esperienza da cooperante in Brasile. Poi, dopo tre anni di costanti e fastidiose goccioline di sudore, sono tornata a Rio de Janeiro, dove con più facilità riesco a seguire conferenze ed eventi, a tessere e mantenere relazioni con organizzazioni e reti della società civile brasiliana. In entrambe le città, a finestre e porte chiuse, potrei benissimo immaginarmi di essere in un appartamento in Italia.

Il piccolo e pratico monolocale di Teresina era parte di una fila di colorate casette a schiera che qua chiamiamo condominio o vila, il cui grande portone d’ingresso e la recinzione “a prova di scossa” compongono il collettivo sistema di sicurezza che mi consentiva di ammirare un cielo limpido senza le sbarre alle finestre, qui tanto usate .

A Rio, invece, il nostro è l’ultimo appartamento di un semplice palazzo di dieci piani (senza ascensore, sì!): cucina, sala e tre stanze per avere spazio e calma nel momento di lavoro, per isolare il suono della chitarra che mio marito non abbandona mai e per ospitare colleghi, amici e familiari in visita. Mobili rigorosamente costruiti homemade e tanti piccoli dettagli IKEA sono il nostro ambiente casalingo.

Come in molte città brasiliane, anche qua molte famiglie di classe media e alta preferiscono vivere in complessi residenziali dotati di molti comfort, sicurezza e un pizzico di segregazione: palestra, piscina, parco giochi per i bambini, parcheggio, vari ascensori, sala per le feste… E come in molte città brasiliane, tante altre famiglie di classi più basse vivono in quartieri periferici o in favelas, con strutture precarie e pochi servizi, ma con in casa tante televisioni: queste non mancano davvero mai.

Scopri cosa fa COSPE in Brasile

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Martina

Martina Molinu, trentunenne quasi trentaduenne, nasce in provincia di Firenze, nelle colline del Valdarno. Fino ai 19 anni resta fedele al piccolo paesino di Gaville, poco più di trecento abitanti, più pecore sicuramente che abitanti, dove impara il valore di un buon pomodoro colto dalla pianta o di una santa fettunta con l’olio del proprio giardino! Studia Scienze Internazionali e Diplomatiche un po’ a Forlì, un po’ a Berlino e un po’ a Rio de Janeiro, quando inizia la sua avventura brasiliana. A 24 anni comincia quindi a dividersi tra l’Italia, nei rincontri con la famiglia sardo-toscana, la Spagna, dove vive la cara sorellina con i bellissimi nipotini, e il Brasile, il Paese della sua nuova famiglia. Nonostante anche COSPE sia di origini toscane, la collaborazione nasce in Brasile, con uno stage nel 2012 che poco a poco si trasforma in una matura collaborazione. Attualmente è Responsabile Paese e Coordinatrice di Progetti e considera un privilegio poter tornare “a casa”, sperimentando anche cosa significhi lavorare in Italia.

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