Ovava wa tepuluka (a água està difícil)

L’Angola ha molti climi differenti, ma la domina un clima temperato-caldo piovoso con inverni secchi ed estati umide. Durante la stagione delle piogge si verificano eventi di allagamenti che distruggono le abitazioni più vecchie costruite con l’adobe (mattoni creati dall’ impasto di sabbia, paglia e fibre naturali), rovinano i raccolti e portano con sé diverse malattie, dalla sempre presente malaria, al riapparso colera. Nella stagione secca l’acqua semplicemente scarseggia e i corsi d’acqua si asciugano.

A livello nazionale la situazione non è molto positiva, soprattutto in termini di qualità piuttosto che di quantità delle risorse idriche. Il Paese infatti ha un buon potenziale idrico, ma le infrastrutture non sono adeguate e buona parte della popolazione non ha accesso all’acqua per l’agricoltura e/o per uso domestico. La situazione è più critica nelle aree isolate e lontane dai centri urbani. In molte aree rurali le persone, solitamente donne, percorrono distanze di diversi chilometri sotto il sole, con i bambini fasciati sulla schiena e i grossi secchi di plastica in testa, per raggiungere un fiume o una fontana pubblica. Qui l’acqua arriva per qualche ora al giorno, qualche giorno a settimana, senza regola.

In alcune zone del Paese ci sono persone che prelevano l’acqua dai fiumi mediante pompe a motore e la trasportano in cisterne per venderla. Ovviamente il fiume è il luogo del ritrovo, dove le donne lavano i panni, gli uomini le automobili e i bimbi si fanno il bagno, quindi l’acqua estratta è abbastanza inquinata da non essere potabile, e questa rappresenta un’altra fonte di malattie.

Nella città di Waku Kungo, dove vivo, l’acqua arriva a casa nelle ore in cui ci viene fornita anche l’energia elettrica (7 ore durante la settimana e 5 nel fine settimana), riempiendo una cisterna che, da sola, mi permette di avere abbastanza acqua per vari giorni. Ma qui siamo nella parte ricca della città. Una buona parte dei bairros (quartieri) della città non riceve acqua corrente e deve ricorrere alle fontane pubbliche.

Per quanto riguarda l’acqua potabile, in casa ho gli immancabili filtri, ma nonostante tutto ho deciso di consumare l’acqua di bottiglia dopo aver visto come diventano i filtri nel giro di un paio di settimane.

Il Piano Idrico Nazionale dell’Angola prevede scenari di positiva evoluzione circa la situazione idrica del Paese. Il Ministero dell’Energia e dell’Acqua prevede investimenti nella costruzione e nella ricostruzione di infrastrutture nel settore idrico, con l’obiettivo a lungo termine che entro il 2040 il Paese sarà in grado di garantire una gestione più corretta dell’acqua.

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Maria Vittoria

Maria Vittoria, trentaduenne fiorentina di nascita e cittadina del mondo. Ha un Diploma dal titolo improbabile (“Scienza Agrarie per la Sicurezza Alimentare ed Ambientale nei Tropici”) conseguito alla Facoltà di Scienze Agrarie di Firenze. Continua i suoi studi in Olanda dove si laurea in “Analisi dei sistemi ambientali”, rimanendo fedele agli ecosistemi tropicali forestali. Dopo la laurea si mette in viaggio e fa varie esperienze: si ritrova a vivere con una famiglia cinese nel sud-ovest della Cina per imparare il mandarino; vive qualche mese in una capanna sulle rive di un fiume ai margini di una foresta vergine nel sud del Chiapas, studiando la rigenerazione delle specie forestali; collabora alla stesura di progetti sul tema della agroecologia e della sovranità alimentare. Rientrata in Italia, impara a guidare il trattore a cingoli e decide di ripulire l’antica oliveta terrazzata del nonno, creando una piccola azienda agricola. Nel 2016 termina il Diploma Magistrale: esperto in progettazione e management, presso la Scuola COSPE e parte per l’Angola, prima come tirocinante poi come assistente di progetto, lavorando con le comunità rurali dell’interno del paese sulla produzione di miele e confetture di frutta. Attualmente è Coordinatrice Progetto in Angola dove è tornata per continuare il lavoro con le comunità rurali sul tema della conservazione delle foreste.

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