L’Angola sconta ancora un passato di conflitti che ha lasciato disoccupazione, povertà e mine sparse sul suo vasto territorio. Pur essendo un Paese molto ricco, soprattutto di petrolio e diamanti, gran parte della popolazione, circa il 60%, vive ancora sotto la soglia di povertà, l’aspettativa di vita è di 42 anni, la mortalità infantile del 15% e l’indice di sviluppo umano lo lascia al 148esimo posto.

Dagli inizi degli anni Novanta lavoriamo a fianco della popolazione angolana, prima per appoggiare il reinserimento lavorativo dei rifugiati angolani rientrati dopo il primo trattato di pace (1992), poi con i contadini delle zone rurali per garantire la sovranità alimentare e favorire attività agricole alternative alla deforestazione, sostenere le associazioni e le cooperative di produttori e appoggiare la pianificazione e la gestione sostenibile delle foreste nelle province di Bengo, Bie, Kwanza Sul, Huila, Benguela e Namibe in collaborazione con istituzioni e associazioni locali.

In particolare dal 2000 abbiamo lavorato per la protezione delle foreste e per combattere la desertificazione nella provincia di Namibe. Dal 2008 siamo impegnati nel promuovere la gestione comunitaria delle foreste in Angola, appoggiando attività economiche sostenibili e alternative al taglio di legna e alla produzione di carbone. Grazie a studi specifici sui prodotti delle foreste locali e del loro potenziale e attraverso il coinvolgimento di associazioni di produttori, il progetto vuole garantire la sostenibilità a lungo termine delle attività che garantiscono le condizioni per una produzione agricola e forestale sufficiente ad assicurare cibo e reddito alle comunità.

Negli ultimi anni sono stati realizzati corsi di formazione per apicoltori e corsi specifici su attività agricole alternative per le comunità di carbonai: tra questi, tecniche di coltivazione di orticole, produzione di miele e di olio di mumpek; inoltre sono stati costruiti 43 pozzi e sistemi d’irrigazione che vengono gestiti dai villaggi stessi e mantenuti dagli incassi derivanti dalla vendita della frutta e della verdura coltivate nei campi collettivi appositamente creati. Ad oggi oltre 5.000 produttori e le loro famiglie, per un totale di 225.000 persone hanno la possibilità di avere una fonte di sostentamento garantita.

Con il progetto multipaese GLOB (che coinvolge, oltre all’Angola, il Mozambico e il Brasile) stiamo lavorando con azioni di advocacy verso il governo del Paese perché vengano attuate politiche e iniziative di tutela e promozione della biodiversità e dello sviluppo sostenibile. Ma è stata anche creata una vera e propria rete tra i tre Paesi con al centro l’importante tema della produzione e della tutela di filiere di prodotti locali.

Insieme all’ong locale Adeco e al Ministero dell’istruzione distrettuale abbiamo anche lavorato per rafforzare i diritti delle persone più vulnerabili nelle comunità rurali (donne e bambini), attraverso la formazione degli insegnanti, l’alfabetizzazione delle donne, la sensibilizzazione sui diritti delle donne e dei bambini all’interno dei villaggi, nelle scuole e nelle università e attraverso programmi settimanali sulla radio locale.

Lavorando con le associazioni e le istituzioni locali siamo anche impegnati a sensibilizzare le persone sulla prevenzione e il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare l’HIV/AIDS. Nell’ultimo anno sono state costruite tre scuole comunitarie nel comune di Kapangombe e cinque scuole sono state ristrutturate e dotate del materiale scolastico necessario.

Ultimamente, con il progetto “Combattere la discriminazione nell’accesso alla terra”, il nostro intervento si è concentrato sulla lotta al land grabbing “culturale e sociale” perpetrato ai danni delle donne che raramente riescono ad avere diritto sulla terra che lavorano. Con “Donne al centro” invece lavoriamo a tutto tondo sui diritti delle donne e la loro partecipazione alla vita politica e sociale del Paese a partire dalle comunità rurali.

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