Comprare casa in Egitto resta ancora più semplice che in Italia, anche se i prezzi stanno aumentando. Io per questo sono ancora a pieno titolo una trentenne italiana, cioè perfettamente precaria. Ma sono una ragazza fortunata perché ho sposato un ragazzo egiziano, fortunato anche lui, perché dalla sua famiglia gli è stato comprato un appartamento al Cairo per il lavoro.

Quindi, dopo un lungo girovagare tra Roma e Cairo, posso dire ora di vivere veramente a casa mia, e cioè: 1) niente buchi sospetti ricoperti di cartone; 2) un armadio scelto da me; 3) una stanza non ricavata con cartongesso e con un letto vero; 4) effetti personali tutti nel bagno; 5) la libertà di ascoltare musica o leggere un libro quando mi pare.

La mia è una bella casa, ce ne sono molte nella zona in cui vivo, 6th October, una zona relativamente nuova, non credo abbia più di 20-25 anni. È molto diversa dalle altre case dove ho vissuto o che ho visitato, anche se descrivere in che modo sia diversa è davvero complicato: al Cairo, e in Egitto in generale, ci vorrebbe un esperto in urbanistica per rendere l’idea. In Egitto le case cambiano da quartiere a quartiere, e non si tratta solo di binomi come città-campagna, ricchezza-povertà: l’urbanistica esprime e racconta una storia lunga e multietnica. Si va dalle ville agli appartamenti in stile inglese, dai quartieri che un tempo erano abitati dagli ebrei a quelli copti, dalle costruzioni italiane a quelle spagnole, fino agli appartamenti superlux in enormi palazzoni lungo il Nilo.

In un appartamento come il mio vive una popolazione con un salario medio, che è davvero una percentuale molto bassa degli abitanti del Cairo e dintorni; il resto vive in appartamenti piccoli, molto spesso non sicuri e non puliti, dove si aggiunge una stanza quando si può, e un piano quando il politico di turno modifica il piano regolatore. Tutto quello che si vede su quei tetti sono rimasugli dei lavori precedenti (non si sa mai, i lavori potrebbero riprendere prima o poi), insieme a galline, cani e qualche volta anche persone…

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Giuliana

Giuliana Sardo, trentaduenne meridionale appassionata di cene tra amici, nasce a Capua, cittadina ridente del casertano. Fino all’età di 18 anni vive nel piccolo paese di Pignataro Maggiore, 6000 anime circa, di cui un’importante parte 0ver70, e quindi decide di trasferirsi a Roma per frequestare l’Università, per potersi laureare in arabo, affascinata da una lingua e una cultura che non avevano in realtà mai fatto parte della sua vita. La sua famiglia è molto numerosa, secondo i frenetici ritmi meridionali di un tempo: due sorelle maggiori e un fratello minore, sparsi per l'Italia e con già un po’ di nipoti. I genitori invece sono rimasti al paese e vivono con la sua adorata nonna, compagna di viaggi e prima tra tutti a spronare e sostenere Giuliana per qualsiasi scelta ‘bizzarra” o “non usuale”. Lei è stata sempre la sua migliore amica. Giuliana visita l’Egitto per la prima volta nel 2007, per seguire un corso di arabo. Il Paese l’affascina, c’è poco da fare, quindi decide di provare a trasferirsi. Cerca e trova lavoro in Ambasciata e allo stesso tempo presso una scuola italiana. Matura intanto la scelta della Cooperazione e perciò decide di reiscriversi all’Università, lavorando e studiando tra Italia ed Egitto, si laurea e trova un lavoro al COSPE in Egitto, dove comincia a collaborare. L’Egitto oramai è la sua seconda casa, sono dieci anni che ne assapora i suoi gusti e organizza cene con gli amici, e ancora ha voglia di visitare i posti non visti.

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