Waku Kungo ospita oltre 30.000 abitanti ma il suo centro (il mio quartiere) si gira a piedi in 20 minuti. Nella parte alta spicca la piccola Igreja de Santa Comba di costruzione portoghese, dalla quale si discende verso la città passando per giardini pieni di bouganville e romantiche panchine di pietra. Terminati i giardini si inciampa nella “Casa da cultura”, che fino a qualche anno fa offriva corsi di teatro, musica, danze tradizionali, capoeira e molto altro. Al momento è chiusa, a eccezione della parte che ospita un palco, ancora utilizzato dai gruppi locali di teatro. Al suo esterno si trova l’immancabile campo da calcio che la domenica si anima prima con le partite, poi con le feste. Lasciando la casa della cultura, la strada continua scendendo fino a un altro piccolo giardino dove si radunano quotidianamente decine di bimbi prima e dopo la scuola a giocare liberi, senza orari né controlli.
Continuando la discesa si arriva al curatissimo centro della città, dove fiori, aiuole sempre ben tenute ed erba sempre corta fanno da cornice al grande edificio rosa che domina la piazza: l’amministrazione municipale; la casa del potere. Da qui, la seconda uscita all’unica rotonda della città ci porta all’ultima discesa che finisce intersecandosi con la strada nazionale. È su l’ultima discesa che si trovano la maggior parte dei negozi, di proprietà di maliani o di angolani non residenti.
Waku offre 4 panifici, 2 distributori di benzina, 2 hotel di lusso, 3 o 4 ristoranti, vari negozi di materiale da costruzione e qualche negozietto minimale per le spese di casa. Uscendo appena dalla città, le numerose baracche di alluminio offrono piatti tradizionali, pessime condizione igieniche e birra sempre fredda. Ci sono salão de beleza, dai quali le fanciulle escono con acconciature complesse e parrucche da telenovela. Ci sono falegnami, meccanici e fabbri. E ovviamente ci sono le cantine, dove con pochi kwanza si riesce a perdere conoscenza, grazie al peggiore alcol a buon mercato confezionato in piccole bustine di plastica.
Infine, ai due lati opposti della periferia della città, al limite con i campi di mais, ci sono le due prazas (i mercati). Il mercato è sicuramente il luogo con maggiore movimento di persone, sentimenti, malavita e generi di consumo. Nonostante richieda continua prudenza, la praza è sicuramente uno dei luoghi che io preferisco.