Scoprire un Paese significa anche scoprire sapori, odori e colori dei prodotti tipici locali. In qualità di cooperanti, dedicati a processi di transizione agroecologica e di valorizzazione della sociobiodiversità locale, abbiamo l’incredibile opportunità di conoscere frutti, semi, verdure a volte non così diffusi nel Paese, a partire dall’esperienza di campo diretta, dall’orto alla tavola! Eh sì, ammettiamolo pure, è doveroso assaggiare prima di ampliare le produzioni!!
Lo stretto contatto con associazioni locali e agricoltori familiari consente anche di comprendere rapidamente criticità e pericoli del mercato convenzionale, invitandoti a cercare fornitori “alternativi” nella quotidianità. Non solo per aiutare piccoli produttori e percorsi sostenibili, ma anche per difendere la salute. E non solo la propria salute! Il Brasile è infatti il Paese che maggiormente consuma pesticidi al mondo e il 64% degli alimenti è altamente contaminato. Letteralmente: il veleno arriva nelle nostre tavole e si espande nei territori.
Il circuito dei prodotti organici, o ancor meglio agroecologici, è ancora molto ristretto. Da un lato, solo chi è realmente informato e interessato cerca e trova questi tipi di prodotti; dall’altro, il costo pesa molto nelle tasche dei consumatori rispetto ai generi alimentari dei grandi supermercati. Nonostante la maggior parte della popolazione brasiliana scelga i supermercati convenzionali e impersonali, per comodità ed economia, in tutte le città, pur piccole che siano, esiste almeno un mercato di frutta, verdura, carne e pesce settimanale: la feira! Qui negozianti e fregueses (clienti abituali) tessono relazioni di prossimità fatte di parole e di sorrisi che rallegrano la giornata. Si diventa amici, si scherza e ci si interroga se la mancata partecipazione a un mercato è dovuta a viaggi o a malattia.
Prima di associarmi al movimento della Rete Ecologica, formato da produttori e consumatori sul principio del Km 0, dell’agricoltura di piccola scala agroecologica e del “consumo attivo”, ero assidua frequentatrice dei mercatini. La domenica mattina era esclusivamente riservata per fare colazione e spesa nella feira del mio quartiere, luogo di incontro anche tra amici.
Confesso che ho nostalgia del signore che vendeva una manga palmer incredibilmente buona!!! Questo è un po’ il problema di collegare abitudini alimentari al ritmo della natura: nella Rete Ecologica i prodotti seguono le stagioni, niente manga palmer tutto l’anno, sigh. Rispetto alle relazioni di prossimità, un movimento sociale riesce a supplire senza dubbio la dinamica del mercato di quartiere. Nella Rete Ecologica produttori e consumatori collaborano costantemente e direttamente, sia nell’ambito rurale che in città, rendendo possibile un forte scambio umano solidale e un progetto politico. Grazie alla dedicazione volontaria (nella distribuzione, nella raccolta di prodotti, etc.) è possibile ridurre il costo dei prodotti agroecologici e trovare a tavola dei veri pomodori (mai però come quelli dell´orto della mamma!).