Piacere, sono Giuliana, un frammento di umanità

Sono arrivata in Egitto nell’ormai lontano 2007, partita da un piccolo paese di poco più di 6000 anime, quasi tutte devote al mantenimento dello status quo in termini di genere, di classi sociali, di aspettative lavorative e perfino alla stigamatizzazione di gruppi formati da giovani con idee “sovversive”, quali aiutare il prossimo, viaggiare, mischiarsi alla “plebe”, fare un lavoro diverso da quello dei propri genitori, innamorarsi di uno straniero, considerare l’arte un lavoro, essere curiosi e valorizzare la diversità. L’incontro con l’Egitto e soprattutto con gli egiziani ha stravolto completamente i miei piani, le mie idee e il mio modo di guardare al mondo.

Ho avuto la fortuna di essere la terza di quattro figli, dove le prime due sorelle mi hanno spianato la strada in quanto a battaglie per l’autodeterminazione e l’indipendenza, sfiancando non poco i miei genitori che sono arrivati a me abbastanza provati e stanchi. Ecco allora che tra il paesello e l’Egitto si insedia Roma, prima tra le battaglie affrontate in famiglia; una diciottenne, DONNA e non sposata, che se ne andava a vivere e studiare in una grande città, o almeno così la percepivamo allora, per di più in una casa mista, con UOMINI sconosciuti!

Quando poi si presenta la possibilità di andare a studiare in Egitto, i miei genitori, sempre più sfiniti, accettano. Non smetterò mai di essere grata a chi ha combattutto prima di me e a loro, che alla fine stavano cominciando a cambiare idea sulla follia delle mie scelte.

L’immensità di questo Paese (altro che Roma!), e la profonda diversità che accoglie chi arriva dall’Italia, è stata una bomba per me e per la mia personalità. Approdata al Cairo non c’erano solo gli egiziani con cui dovevo fare i conti, ma persone da ogni parte del mondo, con lingue, abitudini, religioni, tradizioni e credenze diverse dalle mie. Ho realizzato finalmente che io non ero altro che un piccolo frammento tra miliardi di persone, che quello che era giusto o sbagliato per me non lo era necessariamente per il prossimo, che esistevano in realtà infinite declinazioni dei valori che per me erano i soli validi e che erano milioni le cose che non conoscevo e che non avrei mai conosciuto. Questa bomba ha incentivato non poco la mia apertura verso l’altro, la mia capacità di ascolto e il far tacere quella parte di me ancora stigmatizzante rispetto al diverso. Diverso da che poi? Da me che ero e sono ancora quel frammento tra miliardi di persone…

Sì, direi proprio che il gruppo di persone che hanno cambiato il mio sguardo sul mondo sono tutte loro, tutte le persone che continuo a incontrare, che ancora sono disponibili a una conoscenza reciproca, che hanno sempre qualcosa da insegnarmi, che sono sempre motivo di ispirazione, dandomi la possibilità di crescere continuamente.

Giuliana

Giuliana

Giuliana Sardo, trentaduenne meridionale appassionata di cene tra amici, nasce a Capua, cittadina ridente del casertano. Fino all’età di 18 anni vive nel piccolo paese di Pignataro Maggiore, 6000 anime circa, di cui un’importante parte 0ver70, e quindi decide di trasferirsi a Roma per frequestare l’Università, per potersi laureare in arabo, affascinata da una lingua e una cultura che non avevano in realtà mai fatto parte della sua vita. La sua famiglia è molto numerosa, secondo i frenetici ritmi meridionali di un tempo: due sorelle maggiori e un fratello minore, sparsi per l'Italia e con già un po’ di nipoti. I genitori invece sono rimasti al paese e vivono con la sua adorata nonna, compagna di viaggi e prima tra tutti a spronare e sostenere Giuliana per qualsiasi scelta ‘bizzarra” o “non usuale”. Lei è stata sempre la sua migliore amica. Giuliana visita l’Egitto per la prima volta nel 2007, per seguire un corso di arabo. Il Paese l’affascina, c’è poco da fare, quindi decide di provare a trasferirsi. Cerca e trova lavoro in Ambasciata e allo stesso tempo presso una scuola italiana. Matura intanto la scelta della Cooperazione e perciò decide di reiscriversi all’Università, lavorando e studiando tra Italia ed Egitto, si laurea e trova un lavoro al COSPE in Egitto, dove comincia a collaborare. L’Egitto oramai è la sua seconda casa, sono dieci anni che ne assapora i suoi gusti e organizza cene con gli amici, e ancora ha voglia di visitare i posti non visti.

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