Souk è una delle parole arabe più conosciute dalle nostre parti… Chi di noi non ha sognato di perdersi nei mille vicoli, colori, odori di un mercato arabo?! Ecco, tra le tante città del Medio Oriente e del Libano, non annovererei Beirut tra le mete imperdibili su questo fronte. Basta pensare che l’antico souk centrale della città, a seguito della ristrutturazione urbana nel periodo post-guerra civile, ha lasciato il posto per il Beirut Souk di Downtown, che oggi espone le vetrine di Versace al posto delle bancarelle di chincaglieria di ogni genere e gusto; agli odori improbabili di frutta di stagione misti a spezie colorate e carne appesa propone oggi i profumi di Calvin Klein; e ai baracchini di caffè arabo e shisha, preferisce quelli di Starbucks. Se è vero che in altre parti di Beirut ci sono alcuni mercati di frutta e verdura, come quelli dei campi palestinesi di Sabra e Shatila, o mercatini delle pulci come quello di Souk el Aqad, la maggior parte degli abitanti di Beirut predilige i negozi o i supermercati.
I libanesi, però, si sa, sono tutto-e-il-contrario-di-tutto, perciò negli ultimi anni si assiste a una moltiplicazione di mercatini settimanali organizzati da gruppi informali di produttori e consumatori, associazioni di volontariato o di vicinato, che riscoprono e valorizzano la dimensione locale e il rapporto diretto tra produttori e consumatori.
Per esempio, ogni domenica un gruppo di abitanti del quartiere di Badaro organizza il mercato di frutta e verdura della zona (https://www.facebook.com/BadaroUrbanFarmers/?ref=br_rs), come una delle attività di una iniziativa di vicinato più ampia, che vuole ripensare la vita nel quartiere nel suo insieme – dalla gestione dei rifiuti, all’acquisto di prodotti locali e di qualità, alla gestione degli spazi comuni. L’ufficio Cospe è a due passi da Badaro, perciò spesso mi troverete lì fare compere settimanali e a sorseggiare la buona limonata fatta coi limoni di Leila!