Eccomi quindi a viaggiare: lasciamo quasi subito San Salvador, la capitale, per raggiungere l’interno del Paese, il suo cuore verde, caldo, palpitante. Arriviamo a Nueva Concepción, un territorio vasto, quasi 40 mila persone, anche se i censimenti non sono sempre molto corretti.
Sono qui ancora per sostenere azioni che si occupano di rifiuti urbani. Sono contento di questo e anche che COSPE, insieme a Legambiente, mi abbia inviato in missione, incaricato di riprendere le fila di un progetto che corre verso il termine ma che può essere utile alle comunità locali. Con Gisselle decidiamo che sarà fatto il possibile, tutto ciò che può essere sostenibile, utile al futuro, gestibile con le risorse locali, condiviso con la popolazione. Partiamo con il programma e partiamo verso Nueva Concepción senza smettere di parlare, senza sosta, senza conoscenza reciproca, lei così giovane e curiosa, io così interessato a vedere le prime case, a superare l’arco di entrata in città, per capire senza scuse e senza ragione d’essere ancora a casa.
A “Nueva” veniamo accolti dall’amministrazione comunale della città, positivamente, con curiosità, con attenzione e con disponibilità. Qui la politica ha bisogno di conferme e soprattutto deve esercitare la democrazia dopo tanta guerra, lo deve fare anche ora che la guerra è stata sostituita dalla violenza criminale, lo deve fare anche se molti allora erano su fronti contrapposti. Anche se qui sembra tranquillo, tutti ragionano sui quartieri da attraversare, sugli orari da rispettare, sui comportamenti da adottare. Precauzioni per sfuggire alla violenza che come capita spesso agisce in modo imprevedibile e subdolo, e ti lascia impotente, non solo privo di difese ma inevitabilmente complice. Molta strada dovrà essere fatta e possiamo iniziare anche noi a praticarla.
Una settimana intensa, bella e ricca di incontri. Il Municipio di Nueva Concepción ha messo a disposizione tutte le sue risorse per poter lavorare insieme e trovare la soluzione alla gestione integrata dei rifiuti solidi urbani. Non è facile qui, dove tutto va in discarica, in poche discariche che sono dei pozzi profondi dell’inquinamento, una cloaca degenerativa dello sviluppo, in mano a pochi che si tengono ben stretto questo tesoro. In Italia è avvenuto lo stesso. Sembra inevitabile questa degenerazione dei materiali in fonti di inquinamento diffuso; abbiamo scoperto, invece, che non è vero, che si può fare di meglio, che la separazione dei rifiuti e il loro riciclaggio può diventare una vera opportunità anche qui, pure qui. Oggi il mondo ̵ come direbbe il mio amico Vittorio ̵ è tutto legato e dobbiamo essere capaci di trovare i fili, percorrerli, attraversarli, non romperli. È stato un susseguirsi di incontri con il quartiere, la chiesa cattolica locale, i commercianti, le associazioni di partecipazione, i tecnici del settore ecologia del Comune: insomma, un’intensa relazione non certo facile per comprendere alla fine che tutto ciò che facciamo ha una conseguenza per l’ambiente e per noi che ci viviamo e ne siamo parte, è una sfida contro il tempo, prima si cambia meglio vivremo. La soluzione alla fine è così semplice da essere disarmante. Prendo appunti per non perdere i fili.