Rintontita dalla sveglia che suona a ripetizione ogni 10 minuti da circa mezzora, i clacson mi danno il buongiorno come ogni mattina. BEEEP BEEEEP BEEEEEP. Allungo la mano nel tentativo di accendere la stufa, nessuna possibilità di tirarmi fuori dal letto altrimenti. Fa ancora freddo. Guardo qualche notizia sul telefono mentre Susu mi scruta con i suoi occhi arancioni, si struscia e miagola affamata. Va bene, mi alzo. Esco dal letto, do da mangiare alla gatta. Coda al bagno, Doriene si sta preparando per andare a lavoro. Ibrahim ancora dorme. Ultimamente fa i turni di pomeriggio in un ristorante della zona e si alza tardi al mattino per raggiungere Work Factory, dove ha uno spazio di lavoro che condivide con altre startup di Ramallah. Mi preparo un caffè e vado in veranda, i negozianti di Clock Square sono indaffarati ad iniziare le loro attività ed in piazza c’è un gran via vai di ragazze e ragazzi, madri con pargoli a seguito che si divincolano tra un’auto e l’altra per andare a lavoro o a scuola. Il caffè di fronte ha già aperto e ci sono già alcuni uomini intenti a fumare il narghilè e bere caffè, giocando a carte o tawleh. Il negozio di falafel all’angolo ha già di fronte a sé una cospicua coda di persone che ordinano falafel, hummus e kaek. Doriene mi raggiunge, è un po’ agitata, oggi terrà un corso di formazione per gli insegnanti di francese delle diverse città della West Bank all’Università di Birzeit. Saluta di corsa e se ne va. Ci diamo appuntamento in serata per andare a vedere un film al Sakakini. Guardo l’ora.. sono già le 8, nessuna speranza di evitare code infinite a Qalandia. Ibrahim ha per fortuna acceso il boiler la sera prima, quindi c’è speranza di fare una doccia calda prima di uscire. Faccio la doccia, mi preparo velocemente, saluto Susu ed esco di casa.
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