A seconda dell’orario, nel mio quartiere, sono diversi gli scenari che si potrebbero presentare andando a lavoro.

Se si esce presto si dovrà avere a che fare con baraonde di bambini accompagnati che si muovono disordinatamente per strada, giocando dal primo momento in cui si incontrano, credo siano gli unici felici di essere arrivati a destinazione a quell’ora. Il prima e il dopo la campanella è evidenziato da una grande quantità di veicoli prima e nessuno dopo.

Se si esce più tardi, intorno alle 9, la situazione diventa più seria, adulti in ritardo, molti anziani e tanti universitari. La mia zona infatti ospita diverse università, per lo più private.

Quello che sempre c’è invece, a qualsiasi ora, sono i cartelloni pubblicitari, che ti accompagnano inesorabilmente ogni giorno, che spesso diventano un punto di riferimento per orientarti nelle direzioni stradali: ecco allora che può capitare di aspettare un amico in piazza o al ponte Vodafone.

È in una di queste piazze personalizzate che incontro ogni mattina l’autista del microbus che mi porterà a destinazione, Mr Ayman, un personaggio particolare che come molti egiziani ama decorare il suo veicolo, soprattutto gli interni. Spesso infatti nei mezzi di trasporto, nei taxi, nei microbus, sugli autobus, si trovano i cruscotti addobbati con quella suppongo sia una pelliccia di pecora: non saprei dire se vera o sintetica, non mi sono mai azzardata in 12 anni a toccarla o a domandare cosa fosse perché qui, se si fanno apprezzamenti anche poco veritieri su un oggetto di proprietà altrui, si rischia di dover accettare un regalo indesiderato in quanto i proprietari non vorrebbero mai attirare il malocchio dovuto all’invidia, seppur inconsapevole, di chi vorrebbe possedere quell’oggetto. Quindi a oggi non ho idea se si tratti di pecora o meno.

Un altro oggetto molto usato sono gli specchietti retrovisori, in un solo veicolo potreste trovarne sei o anche sette, di tutte le dimensioni e che offrono una copertura visiva di tutto l’interno dell’abitacolo.

Mr. Ayman e’ tra i piu’ sobri decoratori di veicoli che io conosca, qualche specchietto qua e là, la sua collezione di modellini di macchine e tir e qualche immagine femminile. Il tutto è ben posizionato sul vetro lato passeggero, spalmato omogeneamente a impedire la visuale a quanto pare, secondo lui, non necessaria.

Anche in questo caso ho dovuto saggamente lasciare le mie domande senza risposte.

Giuliana

Giuliana

Giuliana Sardo, trentaduenne meridionale appassionata di cene tra amici, nasce a Capua, cittadina ridente del casertano. Fino all’età di 18 anni vive nel piccolo paese di Pignataro Maggiore, 6000 anime circa, di cui un’importante parte 0ver70, e quindi decide di trasferirsi a Roma per frequestare l’Università, per potersi laureare in arabo, affascinata da una lingua e una cultura che non avevano in realtà mai fatto parte della sua vita. La sua famiglia è molto numerosa, secondo i frenetici ritmi meridionali di un tempo: due sorelle maggiori e un fratello minore, sparsi per l'Italia e con già un po’ di nipoti. I genitori invece sono rimasti al paese e vivono con la sua adorata nonna, compagna di viaggi e prima tra tutti a spronare e sostenere Giuliana per qualsiasi scelta ‘bizzarra” o “non usuale”. Lei è stata sempre la sua migliore amica. Giuliana visita l’Egitto per la prima volta nel 2007, per seguire un corso di arabo. Il Paese l’affascina, c’è poco da fare, quindi decide di provare a trasferirsi. Cerca e trova lavoro in Ambasciata e allo stesso tempo presso una scuola italiana. Matura intanto la scelta della Cooperazione e perciò decide di reiscriversi all’Università, lavorando e studiando tra Italia ed Egitto, si laurea e trova un lavoro al COSPE in Egitto, dove comincia a collaborare. L’Egitto oramai è la sua seconda casa, sono dieci anni che ne assapora i suoi gusti e organizza cene con gli amici, e ancora ha voglia di visitare i posti non visti.

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