È banale ma è così, in Africa fa caldo, in Nord Africa un po’ di meno (se non vivi ai confini con il Sudan si intende), ad Alessandria si respira umidità mediterranea e a 6th of October city scopri la verità sul Khamsin, un vento caldo e secco che alza tempeste di sabbia e polvere tanto violente da limitare la viabilità o da riempirti il balcone di deserto.

Capita però, cosa meno banale, di soffrire il freddo con 40° all’ombra.

Anno dopo anno le temperature aumentano e più persone si rivolgono a “Mr. Takif”, un altro oggetto di venerazione, il condizionatore, rientrato a pieno titolo tra le maggiori cause degli alti consumi di elettricità in Egitto, dentro e fuori casa. Mr.Takif fa in modo che in una città come il Cairo, dove le piogge sono una rarità, ci si possa bagnare passeggiando per Zamalek grazie agli scarichi dell’acqua, letteralmente penzoloni dalle finestre.

Inoltre Mr.Takif è rigorosamente impostato a 16° e non mi sorprenderei se qualche acuto cittadino avesse già trovato il modo di manometterne uno e portarlo a 10°. Se vivi o lavori con un egiziano e non hai uno spazio personale tutto per te, sei costretto a morire di freddo, a usare sciarpe o a raffreddarti e ammalarti proprio in pieno agosto e a essere rimproverato per uso inappropriato di Mr.Takif.

Negli anni precedenti, in un Paese così popoloso, interi quartieri rimanevano privi di elettricità perché le centrali non riuscivano a produrre il fabbisogno energetico della città. I blackout erano talmente frequenti e regolari, che ognuno si adattava come poteva. In quartieri più benestanti la corrente non mancava mai per troppo tempo e quindi si poteva continuare a sovraccaricare i congelatori. Nelle zone più popolari, talvolta abusive, la corrente elettrica mancava per molto più tempo e la resilienza ha portato in strada generatori a benzina, il congelatore usato come frigorifero ma soprattutto la fine di Mr.Takif.

Qualche migrante europeo ci prova ancora, fedele a se stesso, riuscendo in qualche caso a raggiungere soglie di 24°, o addirittura finestre aperte per qualche ora! Quello che però tutti amiamo dell’Egitto durante il Takif Time, sono le sue splendide spiagge, non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Giuliana

Giuliana

Giuliana Sardo, trentaduenne meridionale appassionata di cene tra amici, nasce a Capua, cittadina ridente del casertano. Fino all’età di 18 anni vive nel piccolo paese di Pignataro Maggiore, 6000 anime circa, di cui un’importante parte 0ver70, e quindi decide di trasferirsi a Roma per frequestare l’Università, per potersi laureare in arabo, affascinata da una lingua e una cultura che non avevano in realtà mai fatto parte della sua vita. La sua famiglia è molto numerosa, secondo i frenetici ritmi meridionali di un tempo: due sorelle maggiori e un fratello minore, sparsi per l'Italia e con già un po’ di nipoti. I genitori invece sono rimasti al paese e vivono con la sua adorata nonna, compagna di viaggi e prima tra tutti a spronare e sostenere Giuliana per qualsiasi scelta ‘bizzarra” o “non usuale”. Lei è stata sempre la sua migliore amica. Giuliana visita l’Egitto per la prima volta nel 2007, per seguire un corso di arabo. Il Paese l’affascina, c’è poco da fare, quindi decide di provare a trasferirsi. Cerca e trova lavoro in Ambasciata e allo stesso tempo presso una scuola italiana. Matura intanto la scelta della Cooperazione e perciò decide di reiscriversi all’Università, lavorando e studiando tra Italia ed Egitto, si laurea e trova un lavoro al COSPE in Egitto, dove comincia a collaborare. L’Egitto oramai è la sua seconda casa, sono dieci anni che ne assapora i suoi gusti e organizza cene con gli amici, e ancora ha voglia di visitare i posti non visti.

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