Brasile: una situazione surreale tra feste e fake news

Il clima qui a Brasiléia, Stato dell’Acre, è diventato da strano a surreale. Le persone sembrano disorientate tra misure dei governi locali, dichiarazioni del presidente Bolsonaro e migliaia di fake news che circolano sulle reti social affermando che il virus non esiste e che è un invenzione dei partiti di sinistra finanziati dalla Cina.

L’altra settimana ho ricevuto messaggi da più persone chiedendomi di confermare una notizia circolata sui social in base alla quale il Ministero della Salute italiano avrebbe comunicato che il virus è in realtà un batterio e che, quindi, non esiste.

Di fatto, tutti girano per strada con la mascherina perché è obbligatorio, ma poi continuano ad ammassarsi in feste e riunioni a casa o in bar che funzionano a porte chiuse, dato che, ufficialmente, dovrebbero rimanere chiusi.

Le attività commerciali, tranne in rari casi, continuano a funzionare, nonostante i decreti per chiudere le attività non essenziali. Parrucchieri e manicure sono stati dichiarati attività essenziali per il Paese dal presidente Bolsonaro e continuano a funzionare regolarmente. Anche le palestre continuano a funzionare a porte chiuse. A ottobre si terranno le elezioni dei sindaci e nessuno vuole inimicarsi i commercianti.

Qui in Acre, su una popolazione di 770.000 abitanti ci sono già quasi 11.000 casi ufficiali, ma considerate che, in tutto, sono stati fatti meno di 40.000 tamponi, per cui si stima ci siano già più di 100.000 infettati.

Molti dei contagi sono avvenuti a causa delle interminabili file davanti alle banche che pagano i bonus per le persone a basso reddito (a oggi la maggior parte delle persone ha ricevuto solo la tranche di aprile), che, in realtà, sembrano una trappola montata per far ammalare la gente.

I dati ufficiali sono completamente distorti sia dalla mancanza di mezzi per testare grandi quantità di persone, sia dalla volontà politica di nascondere la gravità del contagio. La maggior parte dei decessi vengono registrati come “cause sconosciute” o “sindrome respiratoria acuta” e perciò, non entrano nel conteggio ufficiale.

Io e la mia famiglia continuiamo a stare qui, Alitalia ci ha già cancellato 4 volte il volo di rientro per i motivi più diversi e ci offre un voucher in cambio…

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