Niger: tante contraddizioni per un paese dove vivere è piacevole.

A livello macroscopico il Niger è un Paese assai problematico che si colloca agli ultimi posti nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano. Questo aspetto, che motiva la mia esperienza, non toglie però nulla alla piacevolezza della mia vita a Niamey, dove ho trovato una bella comunità di espatriati e molta vicinanza con la popolazione locale.

Il Niger si colloca in un contesto particolare sotto molti punti di vista, ben più complesso di quel che si potrebbe ricavare con una visione superficiale. Classificandosi stabilmente agli ultimi posti della classifica ISU (Indice di Sviluppo Umano), è evidente che il Paese sia segnato da forti contraddizioni, conflitti latenti e non, e da una situazione di sicurezza che ha visto un profondo peggioramento negli ultimi anni. Ne è causa soprattutto l’azione di gruppi armati di matrice terroristica, che rivendicano consistenti porzioni di territorio lungo tutto il confine nigerino, in particolare nell’area di Tillabéri (nord-ovest) e Diffa (sud-est). Inoltre, il Niger si inserisce in un contesto di interessi internazionali molto intricato, sospeso tra il gigante nigeriano che ne condivide i citati problemi, la storica influenza francese, verso cui porzioni consistenti di popolazione criticano un assoggettamento, e gli interessi di Turchia e Cina, recentemente accresciuti, soprattutto sotto forma di interventi per la costruzione d’infrastrutture.

Vi è poi il ruolo svolto dalla cooperazione internazionale nel Paese, il cui contributo in termini di aiuti allo sviluppo è risultato in 1.490.349.976 USD nel 2019, una cifra molto elevata che denota la centralità assunta dal Niger negli ultimi anni per molte agenzie di sviluppo internazionali e nazionali, soprattutto per quel che concerne le tematiche della migrazione, dell’agricoltura, del genere e, non ultimo, della cooperazione tecnica.

Tuttavia, ridurre il Niger a una visione così macroscopica sarebbe fuorviante. La città in cui vivo, Niamey è assolutamente piacevole. La comunità di espatriati è molto consistente e variegata, e nella popolazione locale ho trovato persone splendide che mi stanno accompagnando in questo percorso lavorativo e di vita. Nel rispetto delle direttive sulla sicurezza, Niamey è una città vivibilissima e per nulla caotica, differente rispetto alle capitali di altri Paesi vicini. Da qui seguo i progetti di Cospe, al momento concentrati tra Tahoua, Diffa e Agadez principalmente su tematiche di genere e agroecologia.

L’aspetto che più mi piace dei nostri progetti è costituito dallo stimolo allo sviluppo di processi partecipativi di appropriazione da parte dei beneficiari dei nostri interventi, aspetto a cui stiamo dedicando una cura particolare e che rappresenta un momento straordinario tanto per noi di Cospe quanto per loro. Essendo limitato nell’andare sul terreno per via della situazione della sicurezza, l’orientamento alla qualità resta lo stimolo principale, e a questo mi dedico ogni giorno per sperare di dare un contributo tangibile al miglioramento della vita nel Paese.

 

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Alessandro Giovannini

Alessandro Giovannini, romano, prima di mettersi alla prova in Niger come Amministratore Paese per COSPE ha girovagato per lavoro, studio e passione tra Europa e Asia. Adora viaggiare e ama comprendere le culture dei luoghi in cui vive; più gli sono lontane, più trova stimolante il confronto: provare i piatti tipici più particolari è una ragione di vita. La cooperazione rappresenta per lui il modo di lottare contro le ingiustizie, sviluppando al contempo la sua persona e le sue conoscenze.

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