“Cooperanti italiani”: intervista alla fondatrice Laura Vigoriti.

Era il 17 aprile 2011 quando ho pensato di “usare” il famoso social network in maniera funzionale al mondo della cooperazione. L’idea è partita da un’esperienza personale che risaliva ad alcuni anni prima quando mi stavo affacciando al mondo della cooperazione ma avevo difficoltà ad entrare a farne parte. Tra l’altro, nell’ormai lontano 2006 avevo provato a entrare proprio al COSPE, ong tra le più riconosciute nel panorama italiano, e a cui io e molti colleghi d’università aspiravamo. Purtroppo a quel bando del Servizio Civile all’Estero parteciparono decine e decine di candidati a fronte di pochissimi posti disponibili e non fui selezionata per il Ghana. A quell’epoca provai e riprovai ad inserirmi nel mondo della cooperazione con diverse organizzazioni senza però mai avere risposte positive o un feedback per capire cosa non andava nel mio CV. Nel frattempo vedevo colleghi e colleghe di università abbandonare il sogno della cooperazione per questa stessa difficoltà. Cosi, mi dissi che occorreva un sistema per poter aiutare i giovani ad entrare nel settore. E’ nata così, dopo che finalmente io ce l’avevo fatta, l’idea di mettere in rete i cooperanti e gli aspiranti tali attraverso “Cooperanti italiani”. Negli anni, attraverso la “comunità” ho dato personalmente supporto a tantissime persone, non so neanche quantificarle! Ai giovani aspiranti cooperanti non ho mai fornito una soluzione miracolosa ma, nel mio piccolo, ho provato ad orientarli su come costruire un progetto ed un percorso per raggiungere il loro obiettivo personale incoraggiandoli a non demordere ed essere tenaci! Via via la rete ha cominciato a funzionare anche al di là del mio diretto contributo attraverso i flussi tra i membri e grazie al lavoro delle nuove amministratrici e amministratori che si sono affiancati a me negli anni e che gestiscono i contributi e gli stimoli che arrivano quotidianamente e non solo sul tema del difficile percorso con cui si confrontano gli aspiranti cooperanti. Infatti, l’altro obiettivo del gruppo era appunto confrontarsi, scambiarsi informazioni, ecc… in coerenza con la scuola di pensiero dell’intervento sociale dalla quale vengo, quella di Gianni Grasso e Renato Natale, medici di strada, e di Enrico Sorrettore, basata sull’importanza di fare rete tra gli attori, che volevo riproporre anche tra chi fa cooperazione.

Oggi “Cooperanti Italiani”, con più di 11mila partecipanti, è diventata una comunità per confrontarsi su alcune problematiche ricorrenti per i cooperanti, tra i temi più centrali sicuramente sono ricorrenti quelli relativi alle opportunità formative, alle questioni fiscali, ai feedback sui processi di selezione, ecc. Forse non si è davvero riusciti a creare una comunità di pratiche come speravo ma il gruppo ha naturalmente seguito percorsi forse più rispondenti alle esigenze di tutti e tutte. In fondo, non è il “mio” gruppo, ma è il gruppo dei “cooperanti italiani”! Per me è un onore averlo lanciato, è impegnativo mantenerlo vivo ma con il sostegno delle amministratrici e degli amministratori stiamo sviluppando nuove idee e a breve vi realizzeremo un’iniziativa che fa parte dei miei sogni nel cassetto e che, dalle prime impressioni, sembra essere un’idea condivisa da molti!

Laura Vigoriti, Desk COSPE Africa Occidentale

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