Una grande casa di città

La nostra è una casa grande, con quattro camere da letto, un bagno, una stanza/magazzino e una cucina, oltre alla veranda (con l’amaca) e il cortile. L’ufficio è nello stesso compound in un piccolo edificio separato, dove ci sono due stanze e un bagno. In casa vivono, stabilmente, insieme a me la coordinatrice Paese e l’amministratrice. La quarta stanza è usata per le missioni. Come struttura è nella media rispetto alle case qui intorno, e in generale a Benguela, ma la cosa positiva è che è stata ristrutturata meno di due anni fa, quindi per molti aspetti è nuova.

Di recente abbiamo dovuto mettere le sbarre alle finestre perché c’è stato un furto, cosa che prima non avveniva. In cortile abbiamo un generatore che accendiamo quando manca l’elettricità, il che accade di solito durante la stagione delle piogge. Fa molto rumore, quindi cerchiamo di utilizzarlo solo quando è proprio necessario. L’acqua invece non manca quasi mai.

Abbiamo grossi problemi con la connessione internet: quando c’è, è molto migliore rispetto a quella dello Swaziland, ma da quando sono arrivata penso ci sia stata solo circa un 30/40% del tempo… Per fortuna ci rimborsano in giorni in cui manca, e comunque ci si organizza con la connessione dati del cellulare.

C’è molta differenza fra le città (tipo qui a Benguela) e le zone non urbane. Fra i posti dove lavoriamo, c’è la città di Cubal dove l’acqua o l’elettricità pubbliche non arrivano quasi mai (nonostante le strutture ci siano e prima arrivassero…): qui le case sono simili a quelle di Benguela e mi sembra che molte persone si siano organizzate con il generatore e le taniche di acqua.

Poi ci sono le comunità rurali, e qui le case sono ovviamente molto diverse: oltre a non esserci acqua corrente, hanno solitamente una struttura differente. Infatti i bagni sono all’esterno e spesso si cucina all’aperto. Ancora non stata abbastanza spesso in comunità rurali da poterne descrivere dettagliatamente le case, ma come in tante parti del mondo le differenze tra la campagna e la città sono molto forti e subito colpiscono quanti si trovano a vederle di persona.

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Caterina

Caterina Manzi, 26 anni, è nata e cresciuta a Bologna fino ai 19 anni, quando è partita per studiare all’estero. Ha completato una laurea magistrale in Scienze Politiche in Inghilterra e poi una specialistica in Relazioni Internazionali e Diplomazia in Olanda. L’opportunità di andare in Swaziland con COSPE è arrivata ancor prima della laurea, nel giugno 2015. Dopo un bellissimo anno e mezzo in Swaziland, Caterina si è spostata in Angola per gestire un progetto sui diritti e la partecipazione delle donne. Con la famiglia in Italia e il compagno in Swaziland, la parola “casa” ha tanti significati per Caterina.

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